
COMUNICATO / DENUNCIA PUBBLICA
Uso improprio della notorietà istituzionale in campagna elettorale
Firmato: Giovanni Morgese – Candidato Sindaco
Si segnala al Prefetto un fenomeno distorsivo che mina i principi di par condicio e equità democratica, sanciti dalla Legge 22 febbraio 2000, n. 28: l’impiego, durante la campagna elettorale, di figure pubbliche “di front office” – dipendenti o rappresentanti di enti pubblici o finanziati con fondi pubblici – la cui notorietà deriva esclusivamente dal ruolo istituzionale ricoperto, non da meriti politici.
Tali soggetti, noti al pubblico per le loro funzioni, vengono candidati o coinvolti in iniziative elettorali sfruttando la fiducia maturata nell’esercizio del proprio incarico pubblico. Questo genera un vantaggio indebito e incompatibile con il principio di imparzialità dell’amministrazione, come stabilito dall’art. 97 della Costituzione e dal Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (DPR 62/2013).
Non si mette in discussione il diritto individuale al voto o alla libera opinione politica, ma si evidenzia che la visibilità acquisita tramite un ruolo istituzionale non può essere capitalizzata a fini di consenso elettorale.
Preoccupante anche la prassi, da parte di amministratori pubblici, di intensificare eventi e attività finanziate con risorse pubbliche nei mesi precedenti al voto, con finalità promozionali. Emblematico, in tal senso, il caso della recente visita dei Reali britannici a Ravenna, gestita come vetrina politica anziché come evento istituzionale neutro.
Si sottolinea infine che l’assenza di loghi ufficiali non elimina la sostanza del problema: quando comunicazione politica e istituzionale si sovrappongono, il principio di par condicio viene eluso.
Pertanto si richiede:
• Il monitoraggio puntuale di tali pratiche da parte degli organi competenti (AGCOM, Prefetture, Autorità Garante per la Comunicazione);
• L’adozione di misure atte a garantire la neutralità istituzionale e il pieno rispetto della par condicio durante tutto il periodo pre-elettorale;
• La definizione di criteri etici più rigorosi per chi ricopre ruoli pubblici di forte esposizione mediatica.
La trasparenza e l’equità del processo democratico vanno difese non solo il giorno del voto, ma anche nei mesi che lo precedono.