Negli ultimi giorni, a seguito di episodi di cronaca, il dibattito sul taser è tornato ad animare l’opinione pubblica. Come Democrazia Cristiana esprimiamo rispetto per il dolore delle famiglie colpite, ma riteniamo doveroso riportare la discussione sul piano della responsabilità istituzionale.

Il taser non è uno strumento di violenza, bensì un mezzo di contenimento previsto dalla legge e regolato da protocolli rigorosi, concepito per ridurre al minimo i rischi tanto per l’operatore quanto per la persona fermata e per i cittadini coinvolti.

È giunto il momento che il legislatore introduca una scriminante chiara e inequivocabile per l’operatore delle Forze dell’Ordine che utilizza il taser nel pieno rispetto delle regole. Non si può permettere che chi agisce per garantire sicurezza venga lasciato solo, esposto a processi mediatici e giudiziari che minano la sua serenità e la fiducia dei cittadini nello Stato.

La sicurezza non può essere ostaggio di pregiudizi ideologici: va garantita con strumenti adeguati, regole certe e sostegno a chi ogni giorno, in uniforme, tutela la collettività.

Giovanni Morgese
Vice Segretario Democrazia Cristiana Emilia Romagna

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