

MORETTA CANDITATO NELLA LISTA DELLA DC DI RAVENNA
**COMUNICATO STAMPA**
1° Maggio – Festa dei Lavoratori: Un impegno quotidiano
Michele Moretta non è solo un candidato, ma una persona che ha vissuto ogni aspetto del mondo del lavoro, senza filtri o abbellimenti. Con 14 aziende, due regioni e una vita trascorsa nei luoghi dove il lavoro è sinonimo di sacrificio, sfida e, a volte, rischio, Michele porta con sé una visione concreta e reale del mondo del lavoro. Un mondo che conosce nei dettagli, nelle sue difficoltà quotidiane, ma anche nelle sue opportunità di crescita e di dignità..
In questo 1° Maggio, festa dei lavoratori, Michele si fa portavoce di tutti coloro che ogni giorno, con fatica e dedizione, costruiscono il futuro della nostra città. Una voce schietta, vicina ai lavoratori e alle loro famiglie, che sa quanto sia fondamentale tutelare il diritto al lavoro, garantire la sicurezza e promuovere una maggiore giustizia sociale.
Moretta (D.C.): In occasione di un corso sulla sicurezza svolto nell’azienda dove lavoro sono venuto a conoscenza di numeri e percentuali nazionali che mai mi sarei aspettato di leggere, almeno nel 2025… È emerso che in Italia sono sette anni consecutivi in cui il numero degli infortuni e delle morti sul lavoro aumenta. Non esiste alcuna giustificazione accettabile per numeri del genere, non oggi, nel 2025, quando tecnologia, procedure e dispositivi di protezione individuale hanno raggiunto un livello compatibile con il progresso in cui viviamo. I dati del 2024 mostrano un aumento di 4000 infortuni rispetto al 2023 e stiamo parlando di 589000 infortuni… I morti sul lavoro sono aumentati del quasi il 5% rispetto all’anno precedente e stiamo parlando di ben oltre 1000 vittime… L’Emilia Romagna risulta al primo posto in Italia per questo dato, un primato inaspettato per una Regione che ha nella sua storia le battaglie per i diritti e la sicurezza sul lavoro…
È inaccettabile che oggi, nel 2025, ci siano dei lavoratori che non riescano a tornare a casa, dalle proprie famiglie, sani e salvi e che addirittura, qualcuno di loro, non torni a casa affatto. È chiaro che qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare. A mio parere, la carenza di controlli efficaci e di sanzioni adeguate è una delle principali cause. Lungo il percorso della mia vita lavorativa ho cambiato 14 aziende, tra grandi e piccole, passando per due Regioni e mai ho avuto il piacere di assistere a una “visita” dell’Ispettorato del lavoro o enti simili…
C’è troppa poca sensibilizzazione, se ne parla poco, sui social e in TV, troppo poco… Un silenzio che cela la verità a molti, permettendo a troppi di illudersi che a noi lavoratori non ci possa mai capitare niente. La verità è che il rischio che un nostro amico, un nostro collega, un nostro parente, un genitore, un figlio, o noi stessi rimanga coinvolto in questi numeri è ancora troppo alto. È un nostro dovere collettivo quello di agire per invertire questa tendenza e pretendere di più, più informazione, più sensibilizzazione, più controllo da parte degli organi preposti. Davanti a questi numeri si percepisce di essere, noi lavoratori, ancora costretti a partecipare a una lotteria che nessuno dovrebbe e nessuno vorrebbe vincere, ma è una lotteria di cui esistono ancora troppi, troppi biglietti vincenti in giro.