La morte di Alcide De Gasperi

19 agosto 1954

Il 19 agosto del 1954, Alcide De Gasperi muore a Borgo Valsugana.
E’ morto circondato solo dalla sua famiglia, lui che per tanti anni, prima e dopo il fascismo, era stato uno degli uomini pubblici più in vista. La prima generazione dei Popolari, sta lasciando il passo ai giovani della Democrazia Cristiana. La sua ultima battaglia, quella ribattezzata dalla opposizione “legge truffa”, l’ha visto vittorioso in Parlamento, ma alle elezioni del ’53, il premio di maggioranza previsto dalla nuova legge elettorale, non è scattato per pochi voti. Il partito non gli ha perdonato questa sconfitta e lo ha messo da parte. De Gasperi si ritira dalla vita pubblica, amareggiato anche dall’ “Operazione Sturzo” che nel 1953 l’ha contrapposto a Pio XII.
Pochi giorni prima della morte disse alla figlia Romana

Adesso ho fatto tutto ciò ch’era in mio potere, la mia coscienza è in pace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, ti permette di fare progetti, ti dà energia e vita. Poi, quando credi di essere necessario e indispensabile, ti toglie tutto improvvisamente. Ti fa capire che sei soltanto utile, ti dice: ora basta, puoi andare. E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là, col tuo compito ben finito e preciso. La nostra piccola mente umana non si rassegna a lasciare ad altri l’oggetto della propria passione incompiuto

 De Gasperi era entrato in Parlamento nel 1921 con il Partito Popolare, di cui era diventato segretario nel ‘24, dopo che Don Sturzo era stato costretto all’esilio da Mussolini. 
Nel 1927 viene arrestato per antifascismo. Condannato a 4 anni, rimane in carcere fino all’estate del 1928. Per evitare ulteriori persecuzioni da parte del regime fascista si rifugia in Vaticano, dove viene assunto in qualità di bibliotecario. 
Dopo la caduta del fascismo è fra i fondatori della Democrazia Cristiana e ne diviene segretario. Dal dicembre del 1945, De Gasperi diventa Presidente del Consiglio dei Ministri, conservando la carica per sette mandati consecutivi.
Guida l’Italia nel periodo difficile della ricostruzione, riuscendo a condurre le masse cattoliche su posizione democratiche e antifasciste.
In questa puntata vi presentiamo proprio gli albori della Repubblica visti attraverso il lavoro di De Gasperi, ultimo presidente del Consiglio del Regno e primo della Repubblica. Chiamato a rappresentare l’Italia alla Conferenza di Pace dopo la Seconda Guerra Mondiale, è “l’uomo del destino”. Il suo impegno viene ricostruito attraverso filmati d’epoca e appunti autografi, con l’aiuto di Giuseppe Sangiorgi, Segretario Generale dell’Istituto Luigi Sturzo, e dell’esperta di comunicazione Flavia Trupia. 
La puntata si concentra soprattutto sui giorni della Conferenza di Pace a Parigi, tra l’attesa di un incontro difficile e le trattative a nome di un Paese marchiato dal Fascismo e dilaniato da una guerra civile. E’ il 10 agosto 1946 quando inizia il suo discorso al Palais du Luxemburg a Parigi che darà all’Italia almeno la credibilità politica per una partnership internazionale.
 

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