
Nel 2029 l’Accademia di Belle Arti di Ravenna compirà 200 anni. Un’istituzione storica, nata nel 1829, che ha formato generazioni di artisti e continua ad attirare studenti da tutto il mondo. Un patrimonio culturale unico, oggi però relegato ai margini della città.
Nel 1998-99, l’Accademia fu trasferita dalla storica sede della Loggetta Lombardesca alla zona industriale, in via delle Industrie, per fare spazio al nuovo MAR – Museo d’Arte della Città. Una scelta che, col senno di poi, ha segnato l’inizio di un isolamento culturale e di un isolamento dalla città. E oggi, nonostante si sia ottenuta la tanto agognata statizzazione, non è stata ancora trovata una collocazione dignitosa per quella che dovrebbe essere la vera università artistica della città.
Sedi divise, aule inadeguate, dignità assente
I laboratori rimangono nella periferia, mentre in centro – in piazza Kennedy – gli studenti dispongono di appena tre aule, malmesse e inadatte all’insegnamento. Aule condivise con il Conservatorio, dove l’arte e la musica coesistono in spazi angusti, creando difficoltà sia logistiche che didattiche: studenti costretti a guardare il muro, senza vedere la lavagna o il docente. È accettabile tutto questo per una città che si proclama capitale della cultura?
Una proposta concreta: Museo al Palazzo Rasponi, Accademia alla Loggetta
È il momento di una scelta coraggiosa, simbolica e identitaria per Ravenna: riportare l’Accademia nella sua sede del 1971, la Loggetta Lombardesca, e trasferire il Museo MAR al Palazzo Rasponi. Una riorganizzazione degli spazi che rimetterebbe al centro della città – fisicamente e culturalmente – la sua unica università storica e la formazione artistica, riaffermandone il suo ruolo di eccellenza internazionale.
Morgese: “Sarà il mio primo atto da sindaco”
Il candidato sindaco della Democrazia Cristiana, Giovani Morgese, dichiara: “Se vinceremo le elezioni, il primo atto della nostra amministrazione sarà quello di riportare l’Accademia nel cuore della città. Perché la cultura non può vivere in periferia, né essere messa in secondo piano. L’arte merita rispetto, spazio e centralità in questa Ravenna che è stata capitale dell’impero romano d’Occidente”