*****COMUNICATO STAMPA******

I due palazzotti in corso di ultimazione nell’area ex Fonderie Corni rappresentano una modalità di partecipazione scarsa e deviante posta in essere dalla  precedente giunta.

Ai pochi cittadini coinvolti ed a quelli partecipanti alle assemblee del consiglio di quartiere nelle quali comunque non era consentito loro di esprimersi, era stato detto che l’area ex Fonderie Corni avrebbe ospitato uno studentato in piena regola di circa 200 posti letto. Molte persone,  per triste esperienza, sono ancor oggi molto preoccupate della possibile trasformazione dei suddetti edifici in novelli  R-Nord o  “Costellazioni”.

Poco tempo dopo dall’annuncio della terra promessa agli studenti, ecco l’Amministrazione di allora togliersi  la maschera: non è più soltanto uno studentato ma anche un luogo per soggiorni temporanei di lavoratori. E non è finita. Si vedranno altre sorprese – temono in tanti- perché il mondo gira e cambia velocemente, ma intanto il cemento è stato versato ed il cittadino un’altra volta gabbato.

Oggi a lavoro quasi ultimato, non vi è  una persona in città che non esprima indignazione per l’opera edilizia in sé  e per la poi rivelatasi destinazione a dormitorio di essa. Un consigliere di un gruppo di maggioranza nella precedente consiliatura ha pubblicamente chiesto scusa ai cittadini per aver approvato una proposta non adeguata alla domanda, alla promessa destinazione ed al luogo.

Dove metti una cosa ha la sua importanza e l’abitato Sacca in attesa della meritata bellezza deve invece sopportare una ulteriore cementata bruttezza oltre al timore di vedere un giorno trasformati questi  due alti   palazzotti in contenitori di degrado e malaffare in un eventuale possibile cambio della domanda attesa,  ovvero di riduzione di essa.

I nuovi due  scatoloni di cemento  sorgono sull’area delle Ex-Fonderie  Corni all’interno di  via Fanti e di via Benassi e si presentano alla fine con addirittura 365 posti letto. Piccole stanze ad affitto temporaneo delle quali solo il 10% sarà riservato alla gestione comunale che li destinerà a studenti ed a persone operanti nell’ambito studentesco , il resto sarà gestito da una Società Immobiliare, che dovrebbe affidarli per affitti brevi a studenti e lavoratori. Come hanno denunciato i sindacati i prezzi sono tutt’altro che calmierati: da 750 ad oltre 1000 euro a posto letto in stanze di soli 16 mq, addirittura 9!!! Questo, in soldoni, è stato previsto dalla irresponsabile convenzione fra la precedente Giunta Muzzarelli e un costruttore privato.

Vi è un altro punto importante che un amministratore che guarda al futuro avrebbe dovuto tener conto prima di approvare questa edificazione. In tutto il mondo si stanno svuotando gli uffici a causa del crescere dello “Smart Working”. Avverrà la stessa cosa anche con lo studio da casa. Tuttora che hai costruito in luoghi che potrebbero invece essere destinati al verde è come il sale  gettato su Cartagine. Ci sono tanti edifici che stanno andando in malora perché abbandonati nel degrado e nell’occupazione illecita, ecco gli oggetti che potrebbero, anzi dovrebbero essere destinati alla loro rigenerazione o semplice riqualificazione per l’offerta a chiunque abbia necessità di un alloggio, a breve o a lungo termine. E finalmente l’attuale giunta modenese si sta orientando in tal senso. La precedente aveva snobbato la proposta dei residenti Sacca del Marzo 2023.

Al  grido di allarme, rabbia e dolore che proviene dai residenti del rione Sacca dell’insistere di gettare nel loro abitato nuova bruttezza,  invece che  toglierla ed aggiungere nuovo verde pubblico essendo esso carente, si aggiunge il disappunto di tanti per la beffa pecuniaria che dovranno subire con proprio danaro. 

Infatti, per tentare di porre rimedio agli errori commessi, il governo è dovuto intervenire con fondi PNRR pari a Euro 5.000.000 ed il Comune di Modena anche con la stipula di una convenzione con controparte la proprietà della durata ventennale ma rivedibile ogni cinque anni e che comunque avrà un costo annuo a carico dei contribuenti pari a Euro 289.872. Dunque, ad oggi, il costo totale a carico della collettività a causa di questa scelta scellerata fatta nella  precedete consiliatura, ammonta a ben Euro 10.797.440.

Secondo il principio del “chi sbaglia paga”, tale ammontare dovrebbe essere posto a carico pro quota a seconda dell’importanza della carica – anche con pagamento rateale ventennale (così da ben sopportare a lungo nella coscienza il peso dell’errore commesso) a tutti i consiglieri che hanno approvato ed a tutte e tutti i componenti della giunta che hanno deliberato il progetto in parola.

ARMANDO CABRI

SEGRETARIO PROVINCIALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA DI MODENA

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