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Gesù ha scelto di abitare la povertà della condizione umana assumendone la dimensione più fragile e indifesa: quella di un bambino appena nato. Una Presenza bisognosa di tutto eppure capace di mobilitare attorno a Sé, nel corso della storia, lo stupore e l’affetto dei semplici e di chi vive ai margini, così come l’ostilità di tanti potenti di ieri e di oggi. Celebrare davvero il Natale vuol dire allora, specie per chi sceglie l’impegno in politica o è chiamato a servire nelle Istituzioni, mettere al centro questa fragilità e imparare a prendersene cura, in tutte le forme in cui essa oggi si manifesta, chiedendo al Bimbo di Betlemme la Grazia di vivere ogni giorno, nel proprio agire pubblico e privato, la stessa commozione che verso di Lui ebbero i pastori appena giunti davanti alla mangiatoia. Con questa umile ma tenace domanda nel cuore auguro un Santo Natale ricco di Speranza e di Pace, per ciascuno di noi, per le nostre famiglie, per la nostra terra e per il mondo intero.

Toto’ Cuffaro segretario nazionale della DC

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