Morgese, perché gli elettori dovrebbero votarla? «La sicurezza non è solo un tema da campagna elettorale: è la base su cui si costruisce la democrazia. Senza sicurezza non c’è libertà, non c’è partecipazione, non c’è comunità. E sicurezza, per noi, significa molto più di ordine pubblico: significa poter camminare tranquilli per strada, ma anche avere un tetto sopra la testa, un medico che ti cura, un lavoro che ti dà dignità. Significa combattere la povertà per evitare l’emarginazione, ridare fiducia alle periferie, creare futuro per i giovani. Ho alle spalle 42 anni di esperienza sul campo, trascorsi al comando di Stazioni Carabinieri e reparti investigativi. Ho acquisito una profonda conoscenza del territorio e dei reali problemi che affrontiamo, inclusi i tentativi di infiltrazione mafiosa nel nostro tessuto economico. Questa esperienza mi consente di affrontare la sicurezza in maniera concreta, mirata e efficace. Siamo qui per questo: per riportare al centro la persona, per garantire una Ravenna sicura, giusta, e veramente democratica». L’astensionismo è un problema per lei? Perché? «Sì, l’astensionismo è un problema serio. A Ravenna, come in gran parte del Paese, l’affluenza è in forte calo: solo il 52,98% ha votato alle Europee del 2024, e ancora meno – il 38,5% – alle Regionali. Questo dato non è solo numerico, è politico e culturale: significa che una parte sempre più ampia di cittadini si è allontanata dalle istituzioni, delusa o disillusa da una politica che non li rappresenta più. Il progetto della Democrazia Cristiana nasce proprio per colmare questo vuoto. Il nostro obiettivo è chiaro: riportare al voto l’elettorato moderato, quella maggioranza silenziosa che non si riconosce nelle logiche estremistiche né nelle tifoserie ideologiche da stadio.

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