COMUNICATO STAMPA

RAVENNA – «Dando uno sguardo alle liste elettorali, sembra che la politica locale sia diventata una questione di genealogia più che di capacità. A Ravenna, si respira l’aria di una successione dinastica mascherata da democrazia.»
A denunciarlo è Giovanni Morgese, delegato romagnolo della Democrazia Cristiana, che va dritto al punto: «Tra centinaia di candidati, è impressionante il numero di figli, nipoti e familiari di chi già occupa posizioni di potere. Un meccanismo autoreferenziale che premia il cognome più del curriculum.»
«Non è una questione di schieramenti – precisa Morgese – ma di credibilità della politica: finché gli incarichi girano dentro lo stesso circuito chiuso, il messaggio che passa ai giovani è chiaro e sconfortante: “Se non hai il nome giusto, non entri”.»
E proprio per questo arriva l’appello diretto al neoeletto sindaco Alessandro Barattoni:
«Lo invito con rispetto ma con fermezza a non assegnare alcun incarico assessorile o delega politica a figli o nipoti di esponenti già inseriti nella macchina del potere pubblico locale o regionale.
Alessandro Barattoni ha oggi l’opportunità concreta di dimostrare che non viviamo più in un’epoca feudale.
Può dare un segnale forte di discontinuità, rompere con la logica della trasmissione ereditaria del potere e scegliere invece la strada del merito, della responsabilità, della visione.»
«La Democrazia Cristiana è pronta a sostenere ogni scelta coraggiosa che vada in questa direzione – conclude Morgese –. Il futuro non è un diritto di famiglia: è un diritto di tutti. E oggi è tempo di restituirlo ai cittadini.»Il Commissario Provinciale

Giovanni Morgese
Democrazia Cristiana – Ravenna

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