
La piccata risposta del sindaco parrebbe rivelare fastidio. Egli evidentemente non si aspettava l’improvvisa spontanea popolata assemblea dei cittadini legittimamente critici verso il fare o il presunto non fare dell’amministrazione comunale essa democraticamente trainata dalla maggioranza consiliare la cui però unica ricetta contro l’illegalità è il passaggio in fascia A della Questura di Modena. Ciò, per converso, infastidisce molta cittadinanza perché in tale insistenza vede lo scaricare su altre istituzioni tutte le responsabilità così non assumendosi le proprie.
Nel dire il suo punto di vista, il sindaco sembrerebbe commettere alcuni errori veniali. Pare cadere in incoerenze ed omissioni. Non si chiede però il perché i cittadini siano stati costretti a riunirsi in assemblea. Se se lo fosse chiesto sarebbe potuto arrivare a convenire che i cittadini siano stati costretti a farlo in mancanza di un reale ascolto delle loro istanze da parte dell’Amministrazione. Nessuna novità rispetto alla precedente.
Perché mai i cittadini dovrebbero spendere circa 200 euro per noleggiare una calda sala civica? Se lo è chiesto il sindaco? Non credo che al sindaco, persona aperta, come ha dimostrato di esserlo in molte occasioni, dia fastidio che i cittadini si riuniscano in assemblea e in essa si esprimano.
Per evitare comunque che siano costretti a farlo, allora li convochi lui le assemblee ed insieme ai suoi assessori vada fra la gente si confronti parli ascolti e cerchi in tutti i modi possibili nel presidio delle sue competenze, le quali sono tante, di risolvere i loro problemi di insicurezza e di mal di vivere. L’assemblea di Giovedì è stata pacata nei modi, civile e responsabile. Lo sarebbe stata ancor più in sua presenza.
Il sindaco afferma che era un’assemblea politica, certo che lo era. Lo era nel vero ed essenziale significato del termine, vale a dire di interesse, cura e amore per la propria città. Non era partitica però. Lo era invece partitica la camminata del Febbraio scorso, alla quale hanno aderito i consiglieri di maggioranza e che aveva anche ricevuto l’endorsement del sindaco ex. Per essa nessun disappunto. E si capisce, camminavano in molti con un cartello cinto al collo con in esso scritto : “Questura in fascia A.”
Secondo il dire del sindaco, poi, gli ex candidati perderebbero l’identità di cittadini e non potrebbero perciò più partecipare a qualsiasi assemblea civica. Così allora quante persone non potrebbero più farlo?
Anzi sono proprio le persone dotate di senso civico e di spirito di sacrificio in favore della collettività a candidarsi per rappresentare meglio le istanze della cittadinanza avendola anche ampiamente ascoltata in campagna elettorale. Molte cittadine e molti cittadini si candidano ma poi se non vengono eletti perché dovrebbero essere privati del loro diritto di continuare il loro impegno civico?
Le persone che cita il sindaco non si erano candidate i rappresentanza di partiti politici.
In ogni caso, all’assemblea cittadina che si era definita apartitica poteva partecipare chiunque anche il sindaco se voleva, io fossi stato il sindaco avrei partecipato. Comunque all’assemblea di Giovedì scorso, erano presenti consiglieri ed ex consiglieri e anche militanti di altri partiti rappresentanti essi tutto l’arco consiliare e l’extra consiliare. Dunque? Non andava bene? Andava benissimo e questa è la democrazia partecipativa, la quale va sempre bene, piaccia o non piaccia secondo convenienza. Molti di essi hanno tenuto a precisare che erano lì per ascoltare i problemi dei cittadini e non parlare.
È stata l’assessora alla sicurezza integrata Alessandra Camporota a far sapere – secondo quanto dichiarato dai media – che tutto andava bene e che tutto era sotto controllo e che non c’era necessità di cambio di passo. Qualcuno avrà ritenuto tali affermazioni quali l’inessenzialità della sua funzione.
Come a chiedersi, se non c’è niente in più che lei ritenga fare malgrado il crescere della criminalità e il conseguente crescere nei cittadini del sentimento d insicurezza, allora perché rimane nella funzione? Legittima o non legittima, giusta o non giusta, la richiesta espressa da alcuni cittadini, mi è parsa comunque corretta nei toni.
È vero che la ricetta per una maggiore sicurezza in città non è le dimissioni della assessora alla sicurezza integrata. Come è altrettanto vero che neanche lo è quella pretesa dalla maggioranza, vale a dire quella del passaggio in fascia A della Questura di Modena. Ci sono tanti altri provvedimenti che possono essere messi in campo dai governo della città, unitamente ed in attesa. Uno di essi richiesto da molti in assemblea è quello di un più proficuo utilizzo della polizia locale anche con l’ideazione del vigile di quartiere o di prossimità. Di questa richiesta il sindaco non fa alcuna menzione eppure questa scelta è di sua competenza ed è stata la più richiesta dai partecipanti all’assemblea.
Con i migliori saluti,
Camillo Po
